Ovunque ci giriamo, la parola magica per la soluzione di tutti i problemi aziendali, pare essere una sola: innovazione.
Ormai non è più un suggerimento, è un diktat.
E quando si pensa all’innovazione, almeno in una prima fase, la mente corre subito ad un gestionale: un bel sistema integrato per l’informatizzazione dei processi, capace di raccogliere dati da restituire, magari, ad un sistema di Business Intelligence che supporta nella fase decisionale.
Ah, figata! “Visto che ci siamo, ne prendiamo uno che faccia tutto! Lo voglio di quelli che spingo un bottone e mi dà il report” (n.d.r. – trascrizione letterale di una conversazione recente).
Sì, certo, dico io, ne hanno appena fatto uno che si chiama La Lampada di Aladino: fa anche il caffè!
Siamo alle solite: pensare che ci sia una soluzione facile dietro l’angolo che risolva il problema di anni e anni di disinteresse per la tecnologia, per le procedure, per la raccolta dei dati.
Decidere di adottare un sistema informatico evoluto, quando in azienda non c’è una cultura adeguata, vuol dire partire dalla fine della storia.
Non dimentichiamo mai che il Gestionale è uno strumento, non è un fine; è uno strumento che ti impone un metodo di lavoro e ti costringe a fare quello che probabilmente hai sempre evitato di fare perché “non c’è tempo”: registrare le informazioni.
Il Gestionale è uno strumento impietoso che, se non si è preparati o non si è convinti che avere dati da analizzare è un patrimonio aziendale e un investimento imprescindibile per decidere il futuro, può avere effetti devastanti sull’equilibrio aziendale.
A questo punto, si comprenderà subito che l’investimento importante non è tanto o solo nell’acquisto dello strumento, ma soprattutto nell’implementazione e oltre.
Senza una adeguata preparazione di tutta la comunità aziendale, intesa come revisione dei processi, riorganizzazione, formazione del personale, ma soprattutto acquisire un nuovo modo di lavorare, il progetto di innovazione rischia di avere ricadute opposte sia in termini di efficienza sia di risultati attesi.
Non dimentichiamoci mai che dietro ogni macchina, in verità, è l’uomo che fa la differenza.