E un Cliente che ti dice dove stai sbagliando? Non ha prezzo!

  1. Profilare il proprio pacchetto Clienti
  2. Scegliere un campione rappresentativo di Clienti disponibili al confronto.
  3. Pianificare gli incontri e diversificare le modalità: dalle visite in azienda alle cene.
  1. Aspettare che il Cliente sia insoddisfatto.
  2. Parlare esclusivamente con i Clienti “buoni” (quelli che ci dicono che siamo bravi).
  3. Finito il giro, mettere tutto in un cassetto.

Dovrebbe essere il primo pensiero della mattina: “Signore, fai che anche oggi, se sto sbagliando qualcosa, il Cliente mi chiami per dirmelo”.

Il problema è che il Cliente in genere sopporta, lancia messaggi, a volte obliqui, non proprio diretti e se non vede reazioni sai che fa? Va! E allora partono i costosissimi tentativi di recupero che non sempre vanno a buon fine.

Qual è il punto? Riuscire ad instaurare un rapporto aperto e costruttivo con alcuni Clienti diventa fondamentale per avviare un processo di miglioramento continuo, partendo da un presupposto: devo andare io a chiederlo.

E non sto parlando di noiosissimi questionari di indagine sulla Soddisfazione del Cliente, magari inviati via mail e processati con Moduli Google … vade retro!

Parlo di incontri mirati, selezionati, preparati durante i quali far percepire al Cliente che per noi non è solo un generatore di fatturato, ma una fonte preziosa di spunti e suggerimenti utili a far crescere la nostra azienda.

Non solo! Può anche accadere che siano i clienti a evidenziare carenze nelle offerte del mercato, a dirci cosa gli sarebbe utile avere e cosa nessuno dà. In poche parole, accende la miccia dell’innovazione, creazione di nuovi servizi o nuovi prodotti.

Mica male, eh!

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