La Gestione delle Risorse Umane: la grande assente.

1 – Dedicare tempo a capire chi sono i tuoi Collaboratori: conosci le loro esperienze precedenti? Sai a cosa aspirano? Hai mai verificato se hanno altre competenze oltre a quelle utilizzate abitualmente in azienda? Che caratteristiche personali hanno?
2 – Dare spazio a chi vuole crescere: pianificare i percorsi di carriera.
3 – Fare attenzione ai tempi di uscita dei Collaboratori strategici, i depositari della gran parte del know how aziendale (ce n’è sempre almeno uno in ogni azienda e quando se ne va, son dolori).

1 – Lasciare la Gestione del Personale al caso ovvero limitarsi a reagire a ciò che accade.
2 – Ignorare i segnali che in genere i Collaboratori lanciano: sia che si decida di coglierli (i segnali), sia che si decida di lasciarli andare (i Collaboratori) meglio agire per tempo.
3 – Spostare le Persone come fossero pedine, senza tenere conto delle loro reali capacità e aspirazioni: non sempre le promozioni sono ben accette, soprattutto quando un Collaboratore passa da un ruolo esecutivo ad un ruolo di coordinamento.

Il Personale è l’unica Risorsa Aziendale che è amministrata, ma spesso scarsamente gestita.

Da una riflessione recente, ho constatato che nella stragrande maggioranza delle aziende la Funzione dedicata alla Gestione delle Risorse Umane non esiste o addirittura, in qualche caso, viene spacciata e confusa con l’Amministrazione del Personale, cioè la gestione degli adempimenti (paghe, contrattualistica, formazione obbligatoria e poco altro).
Ma come è possibile? Produzione, Amministrazione, Acquisti, Commerciale: macchinari, soldi, materie prime, clienti: tutti questi aspetti vengono gestiti, monitorati, controllati, aggiustati, accuditi, sostituiti …. e il Personale? Non mi pare abbia un ruolo secondario nel contribuire al successo (e, purtroppo, a volte, anche all’insuccesso) di un’azienda.


Il paradosso è che proprio dalla “Non Gestione” del Personale derivano la maggior parte delle problematiche rilevabili all’interno della comunità aziendale: dalla demotivazione alla decadenza delle competenze; dai problemi relazionali alla perdita di figure chiave (per citarne alcuni).
Ma forse non è chiaro e quindi è meglio che lo traduca: tutto quello detto sopra non vuol dire altro che perdita di efficienza, perdita di qualità, perdita di tempo, perdita di risorse, perdita di denaro.
Ok, è importante, ma chi lo fa? “Non ho mica tempo per fare anche questo!”. Certo, ma ti dico una cosa: anche se tu il tempo ce lo avessi, prima dovresti acquisire nuove competenze.

Anche se sei un vero Leader, saper gestire le Risorse Umane è un’altra cosa e non si improvvisa: o si impara o si delega.

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