Mi capita ancora, purtroppo, e vorrei non mi capitasse più.
Quando faccio i colloqui di selezione o di analisi del clima aziendale ancora mi sento dire che il problema principale non è il lavoro, ma avere un Responsabile o un Titolare che “tratta male le persone”, “non fa altro che urlare”, “è sempre incazzato”, “se uno sbaglia, gli dà del cretino davanti a tutti”, “quando ti parla, ti fa sentire un idiota”.
Non sono frasi inventate, sono esperienze quotidiane di persone che ogni giorno vanno al lavoro sapendo che questo è quello che li aspetta.
Fermi! Non partite con facili battute e ovvie considerazioni: “se è così, si vede che se lo meritano”, “con tutti i problemi che devo risolvere ogni giorno, devo anche pensare al modo con cui dico le cose?”, “se sbagli mi crei un problema e io mi incazzo e urlo perché almeno mi sfogo!”.
Io credo che chi ha un ruolo di responsabilità e un Imprenditore ancora di più, non sia legittimato a tenere un comportamento che mina quotidianamente la serenità dell’ambiente di lavoro.
Le frustrazioni vanno risolte altrove, non possono essere il conto che chi sta attorno a persone come queste deve pagare ogni giorno.
Ho parlato non a caso di frustrazioni perché non sono mai i problemi quotidiani che muovono veramente questo tipo di atteggiamento, ma la debolezza, la paura di non essere all’altezza, il senso di inferiorità, l’arroganza e la mancanza di rispetto.
Ok, l’ho detto e non è stato facile, perché non è facile far capire quanto spesso nelle aziende il problema di fondo non sia il lavoro in sé e nemmeno lo sono le procedure, il bilancio, i clienti, i fornitori, bensì chi esercita un’autorità e il suo modo di esercitarla.
Non è facile, perché affrontare questi argomenti vuol dire non parlare più di azienda e di managerialità, ma di Persone. Ed è tutta un’altra cosa.